Skip to main content

Fare formazione è la fiamma da cui nascono nuove idee. Specialmente nel mondo della comunicazione e del marketing, dove cerchiamo continuamente di trovare risposte a bisogni e desideri profondi che, come le persone, sono in continua trasformazione e rinegoziazione. Per salvaguardare la competitività, la formazione deve necessariamente rappresentare una risorsa dalla quale attingere per risvegliare quello sguardo curioso sul mondo che ci permette poi, di riflesso, di essere un passo avanti rispetto agli altri.

Oltre al Web Marketing Festival, che è riuscito a ricordarci l’importanza di essere audaci (se non hai letto l’articolo, puoi farlo qui), tra i più recenti incontri di formazione in cui ci siamo impegnati come Ventisette c’è un corso della Scuola Holden.

scuola_holden
Per chi non la conoscesse, la Holden è più di un’aspirazione: è la scuola che tutti avremmo voluto fare quando andavamo a scuola. È emblematica perfino la sede: una vecchia e meravigliosa fabbrica di bombe che da anni giaceva abbandonata nel centro di Torino. Di fronte all’ingresso della scuola, completa il quadro un’enorme mongolfiera bianca che aggiunge un tocco surreale.

progetto-senza-titolo-77

Nata nel 1994 con l’idea di creare una scuola per narratori, oggi la Holden è diventata la più famosa d’Italia e descrive sé stessa con queste parole:

La Scuola si chiama Holden perché l’idea era quella di fare una scuola da cui Holden Caulfield non sarebbe mai stato espulso. Un posto per gente non normalissima, ecco. In un certo senso, scegliere quel nome rappresentava un impegno. Ancor oggi, in effetti, la Scuola ha un modo molto singolare di far crescere gli studenti. Si insegna con metodi, principi e regole che sarebbe difficile trovare altrove.

progetto-senza-titolo-76

Dopo aver camminato (scalzi!) in quelle aule, possiamo confermare che è tutto assolutamente vero. Abbiamo seguito un corso di Travel Writing con Silvia Muletti, scrittrice. Ci siamo calati in esperienze che non ci saremmo mai aspettati di fare ad un corso di scrittura, come toccare tutte le superfici di una stanza con gli occhi chiusi, facendosi guidare in silenzio da uno sconosciuto.
Riscoprire i sensi è stato, nella sua banalità, stravolgente. Illuminante. È stato uno stimolo creativo incredibile che, insieme a tutte le attività svolte, ha davvero avuto la funzione di far germogliare idee nuove, che siamo già pronti a mettere in campo.

Per dirla come i sardi: “è sul cammino che si assesta il carro” e non vediamo l’ora di scoprire nuovi mondi per raccontare un’altra storia!