Definire la Gerarchia
Prima di posizionare un qualsiasi elemento, decidiamo qual’è il più importante e come si dovrebbero comportare gli altri elementi rispetto ad esso. Un po’ come alla cena di Natale: posizionato il nonno, e tenendo presente i possibili vincoli degli altri elementi (ad esempio la padrona di casa deve avere accesso privilegiato alla cucina) gli altri si disporranno di conseguenza. Abbiamo tantissime tipologie di elementi diverse che devono convivere nello stesso sistema: testi di diverse lunghezze, illustrazioni, fotografie, didascalie, titoli, sottotitoli… I loro significati generano connessioni tra di loro, queste connessioni determinano una gerarchia. Il graphic design è prima di tutto comunicazione, e chi ha ascolta ha sempre poco tempo, dobbiamo dire subito le cose come stanno.
Bilanciare gli elementi
Un buon designer di fonte al problema di rispettare vincoli e gerarchie è in grado di bilanciare gli elementi in modo da creare una composizione equilibrata nel rispetto delle interdipendenze tra gli elementi.
Dalla nostra parte abbiamo diversi principi che ci possono aiutare: il principio di Unità (tutte le forme all’interno di una composizione le percepiamo parte di un sistema), il principio di Prossimità (elementi più vicini tra loro che percepiamo come maggiormente connessi rispetto gli altri come ad esempio una foto e la sua didascalia), il principio di Similarità (elementi simili formalmente che percepiamo connessi tra loro, come ad esempio un elenco di foto è automaticamente una gallery) e il principio di Continuità, cioè allineare elementi di natura diversa ci permette di collegarli percettivamente per poi darci la possibilità di descrivere la loro relazione.
Utilizzare una Gabbia
Da secoli e secoli, diciamo dalla sezione aurea in poi, nello sporco lavoro del bilanciamento e della composizione, ci facciamo aiutare dalle gabbie. Ci tantissimi modi per costruirle, più o meno famosi, e potete approfondire qui, qui e qui.
Quando ci accingiamo a disegnare il layout della pagina di un libro, di un app, di un sito, ci troviamo di fronte a limiti e peculiarità del mezzo che dobbiamo fare nostre e piegare alle necessità del design. Indipendentemente dal mezzo che abbiamo a disposizione, abbiamo di fronte una pagina bianca all’interno della quale disegnare una gabbia di cui dobbiamo individuare i margini, indentificare i moduli ripetitivi e costanti che garantiscono l’uniformità tra le pagine. Solo attraverso una gabbia definita siamo in grado di bilanciare correttamente la composizione allineando gli elementi tra di loro all’interno di uno spazio ordinato. Questo ordine che crea l’Unità della composizione, così che possiamo che leggere gerarchica e le relazioni tra gli elementi, che ci aprono le porte alla comprensione.
Non utilizzare troppe tipologie di font
è naturale utilizzare caratteri diversi e differenti dimensioni per creare o sottolineare la gerarchia tra testi differenti (es. titolo e sottotitolo). Ma come diceva Spiderman: “da un grande potere derivano grandi responsabilità”, e se oggi grazie all’internette abbiamo migliaia di font e potremmo impaginare la Divina Commedia con un font diverso per ogni parola, in linea generale si considera 3 come il numero massimo di famiglie di caratteri da utilizzare nello stesso layout.
E personalmente preferisco utilizzarne solo due e ben distinte, ad esempio un serif e un sans serif con compiti ben precisi, quindi chi ha le grazie si occupi delle intestazioni (titoli, sottotitoli, ecc) e chi non ha le grazie di tutto il resto. Abbinare due font non è facile, anzi, è un casino, ma quando il compito riesce bene il layout risulterà ordinato ed esteticamente gradevole. Approfondimento qui e anche qui
Impagina con il colore
Il colore non ha solo effetti psicologici, ma anche spaziali. Ad esempio i colori più leggeri, come giallo e arancio, al massimo della saturazione occupare aree maggiori rispetto a colori più scuri come il blu e il viola. Quando percepiamo un colore espandersi abbiamo la sensazione sia più vicino, e di solito questo succede con i colori caldi, mentre i colori freddi rimangono più lontani. Ovviamente colori scuri e chiari influiscono anche sui pesi della composizione, e quindi se ci troviamo a dover bilanciare un area ricca di contenuto con un’area più spoglia possiamo lavorare di contrasto cromatico tra le due aree.
Il colore ci viene in aiuto se dobbiamo spostare il punto focale della composizione, o se dobbiamo fare emergere zone particolarmente dettagliate. In questi casi utilizziamo colori saturi o ad alta intensità. Approfondimento qui